“Una stessa origine”: notazioni e assonanze in margine al Lezionario.

“Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine” (Eb 2,11): così uno dei versetti della prima lettura assegnata dal Lezionario alla celebrazione eucaristica odierna (Feria III, II settimana del tempo Ordinario I). La traduzione della Conferenza Episcopale italiana, sia nella versione attuale, sia in quella precedente, ha scelto di rendere con “origine” quello che nel greco è semplicemente ex enos pantes, [ex uno omnes, tutti da uno], con il pronome numerale al maschile. Pare quindi che i traduttori abbiano scelto un’interpretazione (1): la nota della Bibbia di Gerusalemme riferisce infatti: “si potrebbe anche tradurre secondo il contesto ‘colui che santifica e i santificati formano un tutt’uno’. I vv. seguenti insistono su questa comunione nella carne e nel sangue, che il Figlio di Dio ha voluto assumere, e introducono così il tema essenziale della lettera, quello di Cristo sommo sacerdote”.

Ora non possiamo entrare in questioni esegetiche, che non ci competono. É assai più interessante, dalla prospettiva di un liturgista, notare alcune assonanze, che ci fanno ritornare al realismo dell’Incarnazione che abbiamo appena celebrato nel Natale del Signore. Rendendo assai concreta quella “stessa origine”.
Ci riferiamo ad alcune espressioni della predicazione natalizia di San Leone Magno, cristallizzate nei suoi Sermoni (2).

La fonte di vita che Egli ha ricevuto nel seno della Vergine, l’ha riposta nel fonte del Battesimo, ha donato all’acqua ciò che ha donato alla madre: ‘la potenza dell’Altissimo e l’azione fecondatrice’ dello Spirito Santo, per cui Maria partorì il Salvatore, è la stessa che infonde nell’acqua battesimale il potere di rigenerare il credente. [Originem quam sumpsit in utero Virginis posuit in fonte baptismatis, dedit aquae quod dedit matri: virtus enim Altissimi et obumbratio Spiritus Sancti, quae fecit ut Maria pareret Salvatore, eadem facit ut regeneret unda credentium] (Sermone 5, 5.2)

E questa sua origine spirituale noi possiamo acquistarla mediante la rigenerazione, e per ogni uomo che rinasce l’acqua del Battesimo è come il grembo della Vergine: feconda il fonte battesimale il medesimo Santo Spirito che ha fecondato anche la Vergine [Cuius spiritualem originem in regeneratione consequimur, et omni homini renascenti aqua baptismatis instar est uteri virginalis, eodem sancto Spiritu replente fontem qui replevit et virginem] (Sermone 4, 3.3)

Un concetto analogo lo si trova anche in sant’Ambrogio: “Se dunque lo Spirito Santo scendendo sopra una vergine operò il concepimento e compì la funzione generativa, non si deve certo dubitare che lo Spirito, scendendo sul fonte o su quelli che ottengono il battesimo, operi la realtà della rigenerazione” [Si ergo superveniens Spiritus Sanctus in virginem conceptionem operatus est et generationis munus implevit, non est utique dubitandum, quod superveniens in fontem Spiritus, vel super eos, qui baptismum consequuntur, veritatem regenerationis operatur] (Sui misteri, 9,59).

La Collectio Missarum de Beata Maria Virgine presenta un’interessante formulario, che raccoglie questa intuizione patristica. L’introduzione alla Messa “Maria Vergine fonte di luce e di vita” (16. Tempo di Pasqua) recita:

I sacramenti dell’iniziazione cristiana, che molto opportunamente vengono celebrati durante la Veglia Pasquale, configurano i catecumeni a Cristo: nelle acque del Battesimo li rendono figli di Dio, con l’unzione crismale e l’imposizione delle mani effondono su di loro l’abbondanza dello Spirito Santo e con la comunione al pane della vita e al calice della salvezza li fanno concorporei di Cristo. I santi Padri insegnano con una certa insistenza che i misteri di Cristo, celebrati dalla vergine madre Chiesa nei sacramenti dell’iniziazione cristiana, ebbero compimento nella vergine madre Maria (cfr Prefazio): lo Spinto che santifica il grembo della Chiesa – cioè il fonte battesimale – perché generi i figli di Dio, santificò il grembo di Maria perché desse alla luce il Primogenito di molti fratelli (cfr Eb 2,11-15). Lo stesso Spirito che il giorno di Pentecoste scese sulla Vergine Maria, viene effuso sui neofiti nella celebrazione del sacramento della Cresima; la carne e il sangue che Cristo offrì sull’altare della croce per la vita del mondo e che la Chiesa ogni giorno offre nel sacrificio eucaristico, sono la carne ed il sangue che la beata Vergine Maria generò per la nostra salvezza. In questa messa si ricorda il compito materno tanto della Chiesa quanto della Vergine Maria verso i fedeli. La maternità di Maria precede quella della Chiesa, di cui e figura ed esempio (cfr LG 63).

Di quel formulario riportiamo un segmento del prefazio: “Per un dono mirabile del tuo amore tu hai voluto che nei segni sacramentali si rinnovassero misticamente gli eventi della storia della salvezza vissuti dalla Vergine Madre. Così la Chiesa, vergine feconda, partorisce nelle acque del Battesimo i figli che ha concepito dalla fede e dallo Spirito”.

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(1) cf. lo spagnolo: Sanctificador y sanctificados, todos proceden de uno mismo; l’inglese: He who consecrates and those who are being consecrated all have one origin; il francese: Car celui qui sanctifie, et ceux qui sont sanctifies, doivent tous avoir même origine; il latino: Qui enim sanctificat et qui sanctificantur, ex uno omnes.
(2) Leone Magno, I Sermoni del ciclo natalizio (Biblioteca Patristica 31), ed. E. Montanari – M. Naldini – M. Pratesi, Fiesole (Fi) 1998.

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