Non è necessario essere specialisti né eruditi, è sufficiente un poco di attenzione e di sensi allenati per poter cogliere il mirabile intreccio di cui è composta la liturgia, nei suoi testi e nei suoi contesti.
Due domeniche fa (XIX dom. del tempo ordinario) il testo del Vangelo riportava, fra l’altro, una frase del Signore Gesù facile da ricordare: «Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore» (Lc 12,34). A distanza di 15 giorni, la liturgia ce ne ripropone l’eco, trasformato in preghiera: «fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia» (XXI domenica del tempo ordinario, Colletta). In latino i richiami sono ancora più evidenti ed espliciti:
ubi enim thesaurus vester est ibi enim et cor vestrum erit
ibi nostra fixa sint corda, ubi vera sunt gaudia
Anche il sintagma precedente della Colletta si collega in modo sorprendente al testo evangelico: quel «fra le vicende del mondo» italiano rende il latino «inter mundanas varietates», che può significare, oltre all’alternarsi delle vicissitudini dell’esistenza con il suo portato di differenti stati e condizioni, proprio la volubilità e l’instabilità; insomma un’insicurezza fluida e variabile, che trova esemplificazioni simboliche interessantissime nel testo di Luca, che ci parla di ladri che potrebbero arrivare e tarli che potrebbero consumare. Sorprende l’attualità di simili tematiche, oggi che in modo tragicamente nuovo sperimentiamo la volubilità delle ricchezze finanziarie e l’instabilità della congiuntura economica. Ancora una volta, l’accostamento fra Bibbia e Liturgia dimostra la feconda ricchezza di un metodo che valorizza l’una e l’altra e ne lascia scoprire la sorprendente vitalità e attualità!