Paolo VI santo, finalmente rasserenato. Un altro piccolo segno

Con la canonizzazione di un suo figlio, la Chiesa proclama solennemente la certezza che esso sia ammesso alla beatitudine del Paradiso. Prossimamente, tale pronunciamento riguarderà il beato Paolo VI. Possiamo senza alcun dubbio ritenerlo, dunque, concittadino dei santi e partecipe della liturgia del cielo, con la speranza che cessino giudizi malevoli e si smetta di gettare ombre e insinuazioni sulla sua vita e sul suo pontificato, pur tribolato e complesso.

Le cose del cielo non sono affatto separate e totalmente altre rispetto agli accidenti di quaggiù e pertanto, anche questa volta, eventi su piani diversi si intersecano curiosamente e provvidenzialmente. Quasi in contemporanea all’annuncio della canonizzazione, papa Francesco ha decretato l’obbligatorietà della memoria liturgica di Maria Madre della Chiesa per tutto il rito latino, inserendola nel calendario il lunedì dopo la solennità di Pentecoste. «E’ evidente il nesso tra la vitalità della Chiesa della Pentecoste e la sollecitudine materna di Maria nei suoi confronti», afferma il commento del Prefetto della Congregazione del Culto al testo del decreto, continuando poi così: «Nei testi della Messa e dell’Ufficio il testo di At 1,12-14 illumina la celebrazione liturgica». Questo sembra centrare ancora molto poco Paolo VI. Eppure, si tratta di una questione non del tutto irrilevante. Infatti, intorno al lunedì dopo Pentecoste – e ai giorni seguenti -, è stata montata una polemica importante concernente la riforma liturgica, in questo caso più specificamente la riforma del calendario e dell’anno liturgico. La posizione di Paolo VI fu resa pubblica in modo chiaro ed esauriente in occasione della sua beatificazione (cf. qui). Infatti si resero accessibili alcune carte e documentazione che ricostruivano impressioni, pareri e, poi, decisioni, dell’allora Pontefice, a proposito della soppressione dell’Ottava di Pentecoste e dei relativi formulari. Da quelle testimonianze si evince come Papa Montini seguisse ben da vicino il lavoro del Consilium, avendone confronti franchi e aperti, confortati da pareri e impressioni anche di personalità esterne, con cui corroborava le sue convinzioni e sensibilità. Sappiamo quanto gli costò la soppressione dell’Ottava di Pentecoste, ed espresse esplicitamente il suo disagio e la sua difficoltà fino al turbamento a proposito del lunedì dopo Pentecoste, primo giorno di feria del tempo ordinario dopo il lungo spazio temporale della quaresima e della cinquantina pasquale.

Ora, – possiamo dirlo in tono scherzoso – sarà del tutto soddisfatto: un suo successore lo sta per annoverare nel numero dei santi e il lunedì dopo la Pentecoste avrà una veste liturgica rinnovata. L’integrità della Cinquantina pasquale è rimasta inalterata, ma il passaggio al tempo ordinario parebbe adesso meno brusco. E’ proprio vero, i santi fanno miracoli!

Che questo piccolo segno aiuti tutti noi nell’approfondimento della riforma liturgica.

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