A margine della Colletta della XXVII settimana

Un velocissimo post, per segnalare l’opportunità di tenere ben in mente la stupenda preghiera di colletta di questa XXVII settimana del tempo ordinario (1). Per un intervallo di una sola settimana, infatti, non si intersecheranno questo pezzo prezioso del tesoro eucologico della Chiesa con altri pezzi pregiati che la Liturgia delle Ore di Paolo VI ha combinato insieme, in una bellissima catechesi orante sulla preghiera: ossia il binomio formato dalla lettura biblica del Libro di Ester e la seconda lettura patristica, dalla Lettera a Proba di Sant’Agostino, proposto per l’Ufficio delle Letture della XXIX settimana del tempo Ordinario.

Può essere utile anticipare, almeno in parte, quelle letture, quando ancora la liturgia eucaristica feriale di questa XXVII settimana ci fa pregare quotidianamente la bellissima colletta.

Ascolta ora quale dev’esser l’oggetto delle tue preghiere, poiché per questo soprattutto hai voluto consultarmi, poiché ti fa impressione ciò che dice l’Apostolo: Noinon sappiamo che cosa dobbiamo dire nelle preghiere per pregare come si deve . Tu in realtà temi che più del non pregare possa nuocerti il non farlo come si dovrebbe. Te lo posso dire in poche parole: prega (per ottenere) la vita beata.

Perché mai dunque ci perdiamo dietro a tante considerazioni e cerchiamo di sapere che cosa dobbiamo chiedere nelle nostre preghiere per timore di non riuscire a pregare come dovremmo? Perché non diciamo piuttosto col salmo: Una cosa sola ho chiesta al Signore, quella sola io ricercherò: di restare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita per contemplare le delizie di Dio e visitare il suo tempio. […]

Potrebbe far meraviglia che agisca così Colui che conosce ciò che ci è necessario prima che glielo chiediamo, se non comprendessimo che il Signore Dio nostro non desidera che noi gli facciamo conoscere qual è il nostro volere ch’egli non può non conoscere, ma desidera che nelle preghiere si eserciti il nostro desiderio, onde diventiamo capaci di prendere ciò che prepara di darci [sed (Deus velit) exerceri in orationibus desiderium nostrum, quo possimus capere quod praeparat dare]. Questo bene è assaigrande, ma noi siamo piccoli e angusti per accoglierlo. Perciò ci vien detto: Allargate il cuore, per non mettervi a portare il giogo con gli infedeli. Con tanto maggiore capacità riceveremo quel bene molto grande, che occhio non ha veduto perché non è colore, orecchio non ha udito perché non è suono, né è entrato nel cuore dell’uomo, perché tocca al cuore dell’uomo elevarsi fino ad esso, con quanto maggior fede crediamo ad esso, con quanto maggiore fermezza speriamo in esso, con quanto maggiore ardore lo desideriamo [et desideramus ardentius].

Agostino di Ippona, Lettera a Proba (per il testo completo, cf. qui)


(1) O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare [Omnipotens sempiterne Deus, qui abundantia pietatis tuae et merita supplicum excedis et vota, effunde super nos misericordiam tuam, ut dimittas quae conscientia metuit, ed adicias quod orario non praesumit].

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