L’origine della quaresima? La liturgia risponde

Curiosi esemplari di eruditi, gli storici della liturgia!! Talvolta si rimane sconfortati e perplessi, nel leggere alcuni studi che tentano di chiarire aspetti controversi della storia della liturgia. Dopo pagine e pagine, note e dettagli, alla fine loro stessi si lasciano andare nel riconoscere che lo sforzo di erudizione e acribia non ha giovato ad una visione sintetica e soddisfacente che possa mettere insieme le varie tessere del quadro. E così, solo dopo averci fatto patire, fornendoci dati e dati, rimandandoci a studi e testi i più vari, gettano la spugna (potevano farlo prima di scrivere!?), ma mentre lo fanno, non mancano di citare l’ultimo studio, non riuscendo a vincere lo strano vizio di demolire le tesi altrui pur non avendo nulla di alternativo da presentare: «…La vera origine della Quaresima è oscura. Molto improbabile l’ipotesi formulata di nuovo recentemente da Th. J. Talley, ma basata in modo poco convincente, che la Quaresima si sia sviluppata in Egitto immediatamente in coincidenza con la festa del Battesimo di Gesù (Epifania)» (1).

La loro scienza è però certamente necessaria e Dio solo sa quanto bisogno ne abbiamo per scampare l’ignoranza superficiale e facilona che agita alcuni improvvisati liturgisti! Il problema è che abituati ad osservare con la lente di ingrandimento ogni dettaglio anche minimo, forse tralasciano lo sguardo d’insieme più generale. Non vorremmo passare pure noi per faciloni e pressapochisti se ci permettiamo di ricordare ai colleghi di Auf der Maur che la liturgia stessa risponde, seppure in modo davvero particolare e non con la precisione dell’erudizione storica, alla loro questione: qual’è l’origine della quaresima? O meglio, la liturgia – con le sue risposte – permette di precisare meglio le domande, facilitando così anche la risoluzione delle questioni.

Ecco a cosa ci riferiamo:

Soffermandoci sull’Innodia della Liturgia delle Ore del tempo quaresimale si nota subito una curiosa insistenza sul fatto che la quaresima, nei suoi vari aspetti (digiuno, penitenza, preghiera, vigilanza, etc.), sia di fatto già rivelata nella Sacra Scrittura. I testi latini sono più espliciti e allusivi (2).

Della Quaresima è detto essere un ciclo celebre (notissimo), di cui si ha un’istruzione mistica (ex more docti mystico), già nell’Antico Testamento (lex et prophetae primitus hanc praetulerunt) e poi compiuto e consacrato da Cristo (postmodum Christus sacravit) [Inno dell’Ufficio delle Letture domenicale]. E’ evidente che questo tempo è un dono di Dio (nunc tempus acceptabile fulget datum divinitus) [Inno dell’Ufficio delle Letture feriale].  Di più, Gesù stesso è l’iniziatore dell’astinenza quaresimale, lui ha consacrato questo tempo particolare (Iesu, quadragenariae dicator abstinentiae) [Inno dei vespri feriali].

Non siamo così ingenui nel pensare che la strutturazione liturgica della quaresima così come la conosciamo noi sia direttamente riconducibile a Nostro Signore, eppure la liturgia ne afferma in modo convinto l’imitazione con la vita di Lui e dei suoi misteri, andando ben oltre la semplice esemplarità, ma affermando in modo davvero semplice una dinamica importantissima: della quaresima ve ne è stata una prefigurazione profetica nel tempo dell’antica Alleanza, per poi averne la rivelazione  definitiva e il compimento in Cristo; ed ora nel ciclo dell’anno liturgico e nel suo riavvicendarsi, Dio ne continua l’efficacia nel tempo della Chiesa.

E’ certamente vero che questi testi, abbastanza tardivi, non fanno menzione di uno dei grandi temi della liturgia quaresimale e della sua specificità, ossia l’ambito della preparazione al battesimo pasquale dei catecumeni e che quindi la nostra argomentazione non possa che essere parziale. Tuttavia, pregando con consapevolezza la liturgia delle Ore dovremmo essere immuni dal rischio che si corre nel leggere alcune ricostruzioni storiche, ritenere cioè la quaresima come mero frutto di istituzioni ecclesiastiche che a tavolino «inventano» e strutturano questo tempo liturgico. E’ evidente l’aporia in cui si incappa partendo da questo approccio, trattando la liturgia non come un organismo vivo ma come un dato archeologico genericamente avvicinabile solo con le categorie dello storico. Invece, la liturgia è un organismo vivo, in continuità con la Sacra Scrittura, seppur impastato e intrecciato con le vicende umane, oggetto della storia, che però è metodologicamente impossibilitata a cogliere altri spunti di carattere più biblico e teologico-liturgici.

La domanda giusta potrebbe essere non tanto «quando e come nacque la quaresima?» ma piuttosto «quando e come le Chiese sentirono l’esigenza di riproporre, imitandola e interpretandola ciascuna a suo modo, la quaresima di Gesù?».


(1) H. Auf der Maur, Le celebrazioni nel ritmo del tempo – I. Feste del Signore nella settimana e nell’anno (La Liturgia della Chiesa. Manuale di Scienza liturgica, 5), Leumann (TO) 1990, 220.

(2) Avevamo già mostrato alcuni esempi di quanto sia interessante fermarsi sulle parole degli Inni: cf., ad esempio, qui e qui, e poi altrove (cf. le note ai post citati).

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