Continuiamo con alcune piccole note riguardanti particolari forse meno noti o comunque meno facili da ricordare, considerando la quantità di considerazioni talvolta un poco superficiali che si ascoltano o leggono qua e là.
Ma il nostro intento non è affatto irriguardoso nei confronti di quanti perpetuano luoghi comuni, piuttosto quello di suscitare ancora una volta un grato stupore per come la Liturgia e la Scrittura si combinino insieme in modo mirabile e, nel piccolo esempio che vorremmo mostrare, davvero curioso. Dettagli, sì, ma che rivelano una Sapienza misteriosa e affascinante che accompagna la tradizione liturgica.
«Isaia, profeta dell’Avvento». Quante volte abbiamo sentito questa espressione o considerazioni simili! Come se il primo dei profeti maggiori, nel suo carisma profetico, avesse immaginato la sua rilettura liturgica già da allora.
In effetti, la presenza di pericopi isaiane nel tempo di Avvento è davvero impressionante. Ad eccezione di solennità e feste (Immacolata, Sant’Andrea, memorie particolari commemorate da famiglie religiose o chiese locali), quasi ogni giorno abbiamo una lettura sia nella celebrazione della Messa sia nella celebrazione dell’Ufficio delle Letture; antifone, responsori, letture brevi completano il quadro di un’insistenza considerevolissima di questo libro della Sacra Scrittura.
Eppure, se consideriamo le origini di tale uso liturgico, potremmo dire che la presenza di Isaia nell’Avvento sia avventizia! Nel senso che essa è determinata da fattori esterni e non integrati, almeno all’inizio, in un insieme organico e coerente, bensì occasionali. Non era infatti l’Avvento l’inizio di quello che oggi consideriamo l’anno liturgico: così, nel ciclo della lettura continua della Scrittura nel corso dell’anno civile, al mese di dicembre corrispondeva la lettura di Isaia. In altre parole, è più antica la lettura di Isaia in questo periodo che il periodo stesso dell’Avvento come tale.
Per questo, risulta sorprendente come, in seguito, il contesto liturgico dell’attesa escatologica e della commemorazione della nascita del Signore si siano armonizzati e integrati in modo unico e speciale con i testi e la spiritualità del libro di Isaia. Vero è che alcune letture testuali della versione latina della Bibbia abbiano facilitato un’interpretazione cristologica.
Per finire, segnaliamo un ottimo articolo di P. Farnes, raccolto insieme a suoi altri studi in Dossier CPL 48 (Lettura de la Biblia en el Año liturgico): «Las lecturas biblica en adviento».