Condividiamo le riflessioni riportate nel post Legem credendi lex statuat supplicandi…anche a proposito di terremoti? del blog Cantuale Antonianum. Già da qualche giorno avevamo in mente di scrivere qualcosa a proposito: siamo stati preceduti, e siamo contenti di esserlo stati, perché quanto lì scritto non avremmo saputo dirlo meglio.
Ci limitiamo ad osservare che anche nel Messale attuale è proposto un formulario, sebbene provvisto solo di Colletta – le altre orazioni possono essere tratte da altre sezioni -, da usarsi in un frangente terribile quale è quello di eventi tettonici importanti. Prima di esaminare un poco il testo della preghiera, pare assai interessante rileggere l’introduzione alla sezione delle messe votive e per varie necessità. In effetti, nel considerare i titoli dei formulari, qualcuno potrebbe essere indotto a facile ironia o, peggio, a ipotizzare uno scadimento del Messale verso mentalità pre-cristiane o paganeggianti: troviamo infatti formulari di Messe per la patria, per il presidente della repubblica, per il tempo della semina, per chiedere la pioggia, contro le tempeste, per chiedere la grazia della buona morte. Come si vede, un diversissima varietà di formulari, che coprono un ampio spettro di momenti della vita comunitaria, sociale e personale. Retaggio del Messale preconcilare?
Ebbene, la presentazione del Messale a questa grande varietà è prettamente teologica e proviene direttamente da Sacrosanctum Concilium, con un’abbondante citazione:
Poiché la liturgia dei sacramenti e dei sacramentali offre ai fedeli ben disposti la possibilità di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia che fluisce dal mistero pasquale, e poiché l’Eucaristia è il sacramento per eccellenza, il messale presenta formulari di Messe e orazioni che si possono usare nelle diverse circostanze della vita cristiana, per le necessità di tutto il mondo o della Chiesa universale e locale (PNMR 326) (1).
Non c’è dunque nessun aspetto della vita che non possa essere messo in relazione alla Pasqua del Signore Gesù: non stupisce quindi che nella raccolta di Messe ci sia anche un formulario da recitarsi in occasione di terremoti.
Dio creatore, che reggi con la tua sapienza l’armonia dell’universo, abbi pietà di noi tuoi fedeli, sconvolti dai cataclismi che scuotono le profondità della terra; veglia sull’incolumità delle nostre famiglie, perché, anche nella sventura, sentiamo su di noi la tua mano di Padre, e, liberati dal pericolo, possiamo cantare la tua lode. [Deus, qui fundasti terram super stabiliatem suam, parce metuentibus, propitiare supplicibus, ut, trementis terrae periculis penitus amotis, clementiam tuam iugiter sentiamus, et, tua protectione sicuri, tibi serviamus gratanter].
Osservando il testo latino, si può facilmente notare come sia il risultato di una fusione e di una rielaborazione dei testi del Messale precedente, che offriva un formulario completo di tre testi, da due dei quali sono assunti alcuni sintagmi per creare una nuova composizione.
Oratio: Omnipotens sempiterne Deus, qui respicis terra et facis eam tremere: parce metuentibus, propitiare supplicibus; ut, cuius iram terrae fundamenta concutientem expavimus, clemencia contritiones eius sanantem iugiter sentiamus. [O Dio onnipotente ed eterno tu guardi la terra ed essa trema; perdona chi ti teme, risparmia chi supplica, e, dopo aver temuto il tuo sdegno che scuoteva i cardini della terra, possiamo a lungo esperimentare la tua clemenza che ne ripara le rovine].
Secreta: Deus, qui fundasti terra super stabilitatem suam, suscipe oblationes et preces populi tui: ac, trementis terrae periculis penitus amotis, divinae tuae iracundiae terrores in humanas salutis remedia converte; ut, qui de terra sunt et in terra revententur, gaudeant se fieri sancta conversatione caelestes. [O Dio che hai fondato e reso stabile la terra, accogli le offerte e le preghiere del tuo popolo; rimosso completamente il pericolo del terremoto, muta la paura del tuo giusto sdegno in rimedio per la salvezza degli uomini; ed essi che vengono dalla terra e alla terra ritorneranno, si allietino al pensiero che con una vita santa diventeranno cittadini del cielo].
Post Communio: Tuere nos, Domine, quaesumus, tua sancta sumentes: et terram, quam vidimus nostris iniquitatibus trementem, superno munere firma; ut mortalium corda cognoscant, et te indignante talia flagella prodire, et te miserante cessare. [Proteggi, o Signore, chi si ciba dei santi misteri; e la grazia celeste renda stabile la terra che, a cagione dei nostri peccati, abbiamo visto sussultare; e sappiano gli uomini che dal tuo sdegno nascono questi flagelli e per la tua misericordia hanno fine].
E’ da notare che il nuovo formulario ha escluso ogni riferimento all’ira e allo sdegno divino. Delle due esplicite citazioni bibliche, ne è rimasta una sola, ben chiara nell’originale latino, assai meno evidente nella versione italiana, che come capita spesso va ben oltre una traduzione letterale.
Egli fondò la terra sulle sue basi: non potrà mai vacillare [Sal 104(103),5 – Qui fundasti terram super stabilitatem suam-] [….] Egli guarda la terra ed essa trema, tocca i monti ed essi fumano [Sal 104(103), 32 – Qui respicit terram et facit eam tremere, qui tangit montes, et fumigant].
Un’ultima curiosità: il Salm0 104(103) è proposto, in tre sezioni, all’Ufficio delle Letture per la domenica della seconda settimana del salterio. Nel tempo di Pasqua, alla sesta domenica di Pasqua, ad esso sono associate tre antifone proprie, ispirate ai racconti evangelici della resurrezione. Ebbene, nella redazione di Matteo, non solo nel momento della morte di Cristo vi fu un terremoto, ma anche la mattina di Pasqua la terrà tremo: «Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa» (Mt 28,2). Riportiamo infine le antifone, avendo nel cuore la preghiera che i nostri fratelli coinvolti da vicino in questo tempo di terremoti possano essere associati al mistero pasquale del Signore e che la luce della Risurrezione illumini questo loro tempo di oscurità. Preghiamo altresì che i loro Pastori possano sostenerne e nutrirne la fede anche in questi frangenti difficili. Un pensiero particolare vada ai monaci benedettini di Norcia, e alla loro testimonianza, che già ha edificato molti.
Ant. 1: Alleluia, lapis revolutus est ab ostio monumenti, alleluia;
Ant. 2: Alleluia, quem quaeris, mulier? Viventem cum mortuis? Alleluia;
Ant. 3: Alleluia, noli flere, Maria: resurrexit Dominus, alleluia.
(1) «…la liturgia dei sacramenti e dei sacramentali offre ai fedeli ben disposti la possibilità di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia divina che fluisce dal mistero pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo, mistero dal quale derivano la loro efficacia tutti i sacramenti e sacramentali» (SC, 61).