Il Libro della Sapienza e la cipolla: quando la liturgia “gioca brutti scherzi”

Quando questa mattina, sabato della XXX settimana del tempo ordinario, abbiamo pregato l’Ufficio delle Letture ci siamo quasi spaventati: è incredibile come la liturgia risponda come fosse davvero, e lo è, un organismo vivente, che sta al passo con i tempi e risponde in presa diretta agli eventi. Naturalmente, lo ribadiamo, queste sono osservazioni semi-serie, ma l’occasione è troppo ghiotta per non parlarne.

Vediamo.

Dunque, come prima lettura dell’Ufficio, appunto, la Liturgia delle Ore proponeva per oggi versetti tratti dai capitoli 11 e 12 del Libro della Sapienza. Ebbene, una più piccola parte di quegli stessi versetti sono riproposti, come prima Lettura, dal Lezionario della Messa della XXXI domenica per l’anno C, quest’anno. In pratica, chi avesse pregato l’Ufficio di oggi e avesse partecipato alla Messa prefestiva, avrebbe per due volte ascoltato, sostanzialmente, lo stesso brano biblico; comunque, sorprende la curiosa insistenza, un giorno dopo l’altro, della Liturgia su questa pagina della Scrittura! Orbene, non guasta affatto questa lettura, nel contesto del Giubileo della Misericordia. Si dà il caso, pure, che queste siano le letture che precedono il viaggio apostolico di Papa Francesco in Svezia “in occasione della commemorazione comune luterano-cattolica della Riforma” (1). Questo viaggio è stato preceduto, poi, da un’intervista rilasciata dal Santo Padre alla rivista dei gesuiti svedesi Signum, da alcuni servizi giornalistici riassunta così: «Lutero? Ha messo la Bibbia nelle mani del popolo». Ora, possiamo essere d’accordo che si tratti di una riduzione semplicistica di un discorso molto più ampio e complesso, come pure sul fatto che per alcuni aspetti tale affermazione descriva la verità delle cose, tuttavia la Liturgia, con i suoi “brutti scherzetti” ci ricorda una questione: quale Scrittura? E’ noto, infatti, che i protestanti rifiutino di accogliere il libro della Sapienza fra i libri ispirati canonici.

Viene in mente qui un’immagine ardita ma assai evocativa creata da Louis Bouyer, sferzante e aspro sia per il suo particolare carattere sia per la sua biografia (da pastore riformato divenne religioso della Congregazione dell’Oratorio), per i suoi studi e per la sua competenza autore degno della più grande attenzione:

….Di qui la stupefacente invenzione di quello che sarà chiamato «un canone all’interno del canone». Questo significa che in nome di una religione che aveva incominciato con il non voler altro all’infuori della sola Bibbia, ma tutta intera, si eliminava adesso dalla Bibbia stessa come sprovvisto di autorità tutto quello che era troppo in contraddizione con essa. La disgrazia è che, quando si arriva a questi miserabili sotterfugi nel fare discriminazione tra il «vangelo puro» e i suoi supposti tradimenti, ci si trova come quando si sfoglia una cipolla: non vi è possibilità di fermarsi se non quando non rimane più nulla di concreto. (L. Bouyer, Gnosis. La conoscenza di Dio nella Scrittura, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1991, 11) (2)

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(1) Riprendiamo quanto riportato dal Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, qui. Altro scherzetto della Liturgia: nonostante pare non sia stato pubblicato il Messale del Viaggio Apostolico, come di consueto preparato dall’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, alcune indicazioni per sommi capi vengono comunque date: Formulario, Prefazio, Preghiera eucaristica, Letture e il testo completo delle preghiere dei Fedeli (cf. qui). In terra riformata, il Papa celebrerà la Messa di Tutti i Santi, un aspetto non proprio  facilmente digeribile per un non cattolico!

(2) Meriterebbe di essere letto l’intero capitolo introduttivo, da cui traiamo la citazione, il cui titolo è: «Il posto della Bibbia nel cattolicesimo e nel protestantesimo». Un altro passaggio curiosamente anticonformista ma attuale, sempre a proposito di scienza biblica: «…A proposito di tutto questo è un paradosso ancor più strano vedere tanti esegeti cattolici che, dopo il Concilio Vaticano II, si precipitano a sostenere vedute il più possibile opposte alla tradizione della Chiesa, proprie di una critica sviluppatesi nell’ambito di un protestantesimo razionalista o “liberale”. E’ a questo punto che Robinson, dopo una discussione con un gruppo di loro che si erano fatti avanti come rappresentati della Chiesa “postconciliare”, poté venire da me e chiedermi ironicamente: “La Chiesa cattolica è davvero pronta a farsi la funeral home di teorie protestanti che i protestanti stessi, per semplice onestà scientifica, stanno considerando come insostenibili?”: ibid., 14-15. Il saggio, nell’originale francese, è del 1988. Non recentissimo, quindi, ma comunque ancora assai aderente al nostro presente.

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