Sono certamente sottigliezze, ma qualche biblista od omileta potrebbe risentirsi: cose strane sono successe intorno al Proprio che la liturgia delle Ore italiana propone per la Domenica della santa Famiglia.
Nonostante il lezionario preveda tre schemi di letture, secondo la triplice divisione (anno A/B/C), le antifone ai cantici evangelici dei Vespri (primi e secondi) si concentrano solamente su di una delle tre pagine evangeliche, ossia il racconto lucano dello smarrimento di Gesù e il ritrovamento fra i dottori del tempio. Primi vespri: «I genitori di Gesù lo cercavano tra parenti e conoscenti; ma il fanciullo era rimasto a Gerusalemme»; Secondi vespri: «Figlio, perché hai fatto questo? Con ansia io e tuo padre ti abbiamo cercato. Perché cercarmi? Non sapete che devo dedicarmi alle opere del Padre mio?» (1).
Il curatore dell’edizione italiana si è qui discostato dall’edizione tipica latina: infatti, la Liturgia Horarum riporta le consuete triplici antifone, che nel caso di quest’anno (anno C) così recitano:
Primi vespri: «Remansit puer Iesus in Ierusalem, et non cognoverunt parentes esius existimantes illum esse in comitatu, et requirebant eum inter cognatos et notos»; Lodi: «Fili, quid fecisti nobis sic? Ecce pater tuus et ego dolentes quaerebamus te. Quid est quod me quaerebatis? Nesciebatis quia in his quae Patris mei sunt, oportet me esse?»; Secondi Vespri: «Descendit Iesus cum eis et venit Nazareth et erat subditus illis. Et Mater eius conservabat omnia verba in corde suo».
Un cambio non da poco. Una riduzione che forse quest’anno non si sarà notata eccessivamente perché le antifone concordavano con il lezionario, ma che comunque sembra assai discutibile: piacerebbe che potesse esserci spiegata e giustificata. Inoltre viene cambiato l’ordine delle antifone: abbiamo nei secondi vespri italiani il testo che nell’edizione tipica era indicato come antifona al Benedictus. E c’è dell’altro!
Il curatore della versione italiana si è preso un’altra libertà, anch’essa alquanto strana: ha anticipato l’Io della Vergine Maria, facendo precedere la di lei angoscia a quella di san Giuseppe.
Il testo evangelico – e con esso il testo dell’originale antifona latina – recita: «Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (Lc 2,48); invece la versione italiana dell’antifona soprendentemente dice: «Con ansia io e tuo padre ti abbiamo cercato» (2).
Che dire? Parrà poca cosa, ma si tocca qui forse un tratto profondo della sensibilità femminile e materna: la Vergine Maria, come una buona ed umile madre, ha messo avanti i sentimenti del padre, a lui riconoscendo l’autorità e allo stesso tempo mediando, come una madre sa fare, la comunicazione fra il padre e il figlio. Questo tocco geniale di Luca, corrispondente alla realtà di sane ed equilibrate dinamiche familiari, si perde, nell’inversione che il traduttore sceglie di fare. Forse si voleva mettere in risalto la figura della Madonna? Forse si tratta di un lapsus incosciente e innocente?
Sarebbe davvero curioso e divertente saperne di più: sembra che in questo caso, più di altri, si possa notare l’influsso della personalità del traduttore (una religiosa? un religioso appartentente a qualche ordine legato particolarmente alla Madonna? etc…). Purtroppo non sappiamo con certezza chi sia stato (o stata?) il curatore di questo segmento della Liturgia delle Ore italiana. Qualche lettore vorrà aiutarci nel trovare qualche una pista da seguire?
Perlomeno, si converrà che i testi della liturgia offrono sempre spunti curiosi, anche se talvolta sono i più disparati.
P.S. Anche Papa Francesco sembra non dare peso alla delicatezza materna e sponsale della Vergine Maria, che menziona prima il marito Giuseppe (tuo padre ed io…): nell’omelia pronunciata per il giubileo delle famiglie, ha detto: «Per questa sua “scappatella”, probabilmente anche Gesù dovette chiedere scusa ai suoi genitori. Il Vangelo non lo dice, ma credo che possiamo supporlo. La domanda di Maria, d’altronde, manifesta un certo rimprovero, rendendo evidente la preoccupazione e l’angoscia sua e di Giuseppe (qui l’omelia integrale)». Ma non pare che il Papa volesse fare un’esegesi aderente al testo: non possiamo credere che si possa interpretare quel mistero della vita di Cristo come una scappatella! (per un commento più articolato, cf. qui).
(1) Completamente al di fuori dalla consuetudine è pure l’antifona al Benedictus, che invece di riprendere letteralmente o per allusione qualche frase evangelica del lezionario del giorno, sembra riferirsi allo stesso Benedictus: «Illuminaci, Signore, con l’esempio della tua famiglia; guida i nostri passi sulla via della pace».
(2) Altre versioni si mantengono fedeli. Inglese: Son, why have you done this to us? Think what anguish your father and I have endured looking for you. But why did you look for me? Did you not know that I had to be in my Father’s house?; il francese sintetizza i due soggetti (tuo padre ed io) nel plurale noi: Pourquoi nous as-tu fait cela? Nous te cherchions tout angoissés. Pourquoi me cherchiez-vous? Il me faut être chez mon Père.
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