Nelle stanzette e nei corridoi del palazzo Santa Marta…

L’ermeneutica della continuità della riforma è davvero una prospettiva valida e sicura, per interpretare con saggezza ed equilibrio le vicende della Chiesa in tutta la loro originalità. Le categorie mondane non paiono valere nel caso del Corpo mistico di Cristo: fa sorridere l’ermeneutica – talvolta esageratemente forzata – che vede novità dappertutto, nel pontificato di Francesco. Ad esempio, la scelta di risiedere nel Palazzo Santa Marta, rivestita spesso di significati alieni dalle motivazioni manifestate dallo stesso Papa, ha suscitato diverse suggestioni. La divertente verità storica è che non solo ai nostri giorni in quei locali si lavorò alla riforma della Chiesa. Sono passati ormai cinquant’anni da quando negli stessi locali si preparava una riforma ben più importante dell’odierna riforma della Curia romana: nel palazzo Santa Marta prese alloggio il Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia, anche se le primissime riunioni dovettero svolgersi in ambienti rimediati. Il Segretario del Consilium così lo ricordava:

La prima adunanza si tenne nell’Ospizio Pontificio di Santa Marta, all’ombra di S. Pietro, in una stanzetta messa a disposizione dalla locale sezione della Segreteria generale del Concilio, il 15 febbraio 1964. Colloquio a tre, più il Segretario che annotava ogni parola (Card. Arcadio M. Larraona, Prefetto della S. Congregazione dei Riti; il Card. Paolo Giobbe, Datario di Sua Santità; e il Card. Giacomo Lercaro, Arcivescovo di Bologna). […] Per l’11 marzo fu indetta la prima adunanza generale. In un corridoio del Palazzo di Santa Marta (1), che la Floreria Apostolica, per l’occasione, aveva approntato nel modo migliore, quaranta Cardinali e Vescovi, convocati da tutte le parti del mondo, sotto la presidenza del Card. Lercaro, diedero inizio a quelle adunanze plenarie che costituiscono la spina dorsale dell’attività del “Consilium“. La forma modesta della prima adunanza non riuscì a nascondere il fervore e l’entusiasmo che cementò in un cuore solo i membri del nuovo organismo. E il Presidente parlò loro, con cuore aperto, con animo sereno, con l’animo del pastore. “Il compito assegnatovi è di grande responsabilità. Lo ricorderà la storia; per secoli infatti la Chiesa beneficierà di una riforma che deve ridare splendore alla sacra liturgia per onorare la Maestà divina e santificare le anime. É un onore ed un onere: dobbiamo rinnovare gli strumenti dei quali Cristo stesso nel suo Corpo mistico si serve per esercitare il suo Sacerdozio sommo ed eterno, nella adorazione del Padre, nell’opera di santificazione.

A. Bugnini, «Presidente del “Consilium”», in Miscellanea liturgica in onore di Sua Eminenza il Cardinale Giacomo Lercaro, I,  Roma 1966,12-14.

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(1) Da altre carte sappiamo che fu un corridoio del primo piano: cf. http://www.sacramentumfuturi.wordpress.com/2015/07/17/domus-sanctae-marthae-chi-non-vi-entro-mai-e-chi-ne-prese-il-posto/

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