Di certo non si può leggere come un romanzo, nemmeno come un saggio, ma la pubblicazione del diario di monsignor Pericle Felici (1) costituisce un importante ed ulteriore passo in avanti nella ricostruzione critica e obiettiva della storia del Concilio Vaticano II.
Eravamo a conoscenza del ruolo avuto dall’allora Segretario del Concilio negli inizi della riforma liturgica, ma molti particolari possono solo ora essere documentati.
Un dettaglio, forse marginale, può essere. ad esempio, quello relativo al nome della speciale Commissione che Paolo VI volle costituire per continuare quanto Sacrosanctum Concilium aveva auspicato.
Da alcune note si poteva finora intuire che non fosse stato Bugnini a scegliere la denominazione «Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia». Ma forse per alcuni critici non era sufficiente quanto lo stesso Bugnini scriveva: «Consilium…denominazione, se si vuole, di sapore barocco» (2), o quanto veniva riportato in un articolo di Marini: «In una lettera indirizzata al Card. Lercaro, P. Bugnini il 10 gennaio si poneva alcuni interrogativi: – Il nome della Commissione: egli riteneva opportuno evitare l’aggettivo “post-conciliare”. Tenendo presente che la Commissione di Pio XII si chiamava “Pontificia Commissione per la Riforma Liturgica”, proponeva il titolo di “Pontificia Commissio de Sacra Liturgia instauranda”, oppure: “Sacrae Liturgiae instaurandae”» (3). Ma, ora, dalle annotazioni personali di monsignor Felici, si può definitivamente chiarire almeno questo dettaglio: fu Paolo VI a decidere il titolo a questa speciale Commissione, rettificando quanto lo stesso Felici propose.
Ecco le note:
9 gennaio 1964, giovedì
Consegno poi al Papa uno schema di M.P. per l’applicazione della Costituzione De Sacra Liturgia; sembra piacergli; gli piace anche la data: 25 gennaio, Conversione di S. Paolo, che ricorda il primo annunzio del Concilio Ecumenico. […] Scendo poi dal Segretario di Stato e gli suggerisco di procedere alla nomina dei membri e del segretario del nuovo organismo per gli studi per l’applicazione della Costituzione Liturgica. E’ favorevole. Gli suggerisco poi di chiamare il nuovo organismo: Consilium de coordinandis studio ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia. [368]
15 gennaio 1964, mercoledì
Ho poi un colloquio, in ufficio, con l’Em.mo Card. Lercaro; parliamo del nuovo Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia (così poi il Papa ha voluto chiamarlo).
V. Carbone, Il “Diario” conciliare di Monsignor Pericle Felici: Segretario Generale del Concilio Ecumenico Vaticano II (a cura di A. Marchetto), Città del Vaticano 2015, 368.
“Annibale ha conquistato Roma!”: così sentimmo, anni fa, dal prof. Scicolone, in una conferenza commemorativa: riportava l’espressione – se non altro geniale per colto e raffinato umorismo – coniata da quanti intendevano enfatizzare il ruolo e il peso di monsignor Annibale Bugnini nell’attuazione della riforma liturgica. Ma a ben vedere, abbiamo oggi un altro tassello che smonta il paragone fra il Segretario del Consilium e Annibale, il condottiero cartaginese che mise apprensione all’antica Roma.
Qualcuno potrà continuare a sostenere che Bugnini fu il principale e di fatto unico responsabile delle azioni del Consilium, non solamente il coordinatore dei lavori di riforma ma l’artefice a cui ricondurre ogni decisione; tuttavia, perlomeno l’attribuzione del nome alla Commissione che attuò il dettato conciliare va ascritta a Pericle Felici e a Paolo VI.
In questo no, Annibale non conquistò Roma, come del resto capitò al suo antico omonimo cartaginese.

La foto della Segreteria del Concilio posta sulla copertina dell’edizione del diario conciliare di mons. Pericle Felici
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(1) V. Carbone, Il “Diario” conciliare di Monsignor Pericle Felici: Segretario Generale del Concilio Ecumenico Vaticano II (a cura di A. Marchetto), Città del Vaticano 2015.
(2) A. Bugnini, «Presidente del “Consilium“», in Miscellanea liturgica in onore di Sua Eminenza il Cardinale Giacomo Lercaro, Tournai 1966, 11.
(3) P. Marini, «La nascita del “Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia” (Gennaio-Marzo 1964)», Ephemerides Liturgicae 106 (1992) 292.