Autobus e liturgia, associazioni improbabili…

fuori servizio

Per varie ragioni il nostro viaggio verso Cambrai [cf. https://sacramentumfuturi.wordpress.com/2015/01/29/parleranno-le-pietre-e-anche-le-carte-mons-jenny-il-vaticano-ii-e-la-liturgia/], la sede episcopale di mons. Jenny, è passato per Bruxelles. Mentre si attendeva una coincidenza, si notava nel display di un autobus la scritta “Geen dienst” (fuori servizio), che si alternava con la scritta “Hors service” [Per inciso, pochi sanno del bilinguismo esasperato che vige nella città in cui si concentra l’apparato burocratico della Commissione Europea: Bruxelles è un’isola a parte nella divisione regionale del Belgio (Vallonia e Fiandre) ma non è raro che nei sobborghi della Capitale, francofoni e fiamminghi simulino di non capirsi, e ancor di più questo capita con gli stranieri: in una zona fiamminga, guai se ci si presentasse in un ufficio pubblico parlando francese! e viceversa! Ma la Commissione Europea, talvolta così solerte nel segnalare irregolarità e violazioni, in questo caso tace…]. Tornando a noi, quella scritta ci suggeriva alcune associazioni di idee. Pur non conoscendo bene il fiammingo, era facilmente intuibile il senso, anche grazie alla somiglianza con il tedesco. “Dienst” dovrebbe essere una parola familiare per un liturgista: “Gottesdienst” è uno dei termini usati per la Liturgia, simile al latino Opus Dei.

Per una persona di lingua tedesca, olandese o fiamminga forse sarà scontato ritrovare il termine Dienst, usato nel comporre la parola Gottesdienst, in diversi e più disparati ambiti, ma l’effetto può essere diverso per noi. Ci si ripropone ancora una volta il dato che originariamente  il termine greco leitourgia non aveva assolutamente un significato specificamente e tecnicamente cultuale quanto piuttosto un senso del tutto profano e generico.

Quanto farebbe bene ricordarlo, per bilanciare la deriva esageratamente “cultuale” e “rubricale” che si registra in alcune comprensione della liturgia! Ci viene in aiuto Pio XII, che nel 1947 scriveva: “Non hanno, perciò, una esatta nozione della sacra Liturgia coloro i quali la ritengono come una parte soltanto esterna e sensibile del culto divino o come un cerimoniale decorativo; né sbagliano meno coloro, i quali la considerano come una mera somma di leggi e di precetti con i quali la Gerarchia ecclesiastica ordina il compimento dei riti” (Lett. enc. Mediator Dei, 25).

Occorre poi fare attenzione a quel termine: è certamente vero che Gottesdienst, servizio di Dio, può essere inteso come genitivo oggettivo, servizio reso a Dio, culto prestato a Dio, ma ancor più, e in modo teologicamente più rilevante, possiamo intenderlo come genitivo soggettivo: è Dio che viene incontro all’uomo, che lo salva e redime: è Lui il protagonista, il “servitore” e Lui, in Cristo, che non venne per essere servito ma per servire. E’ necessario tenere bene bilanciati questi due significati.

Infine, segnaliamo che anche questo blog, se non del tutto Geen Dienst, se non proprio fuori servizio, sarà a “mezzo servizio” per un paio di settimane, non avendo materialmente tempo per comporre post per lo meno accettabili con frequenza maggiore. Se qualche lettore del blog volesse proporre qualche suo contributo, se rispecchiasse l’intenzione originale del nostro spazio telematico, saremmo ben contenti di pubblicarlo: per questo non si esiti a contattare dtmarcofelini@gmail.com

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