Sacramenti della Bibbia e Sacramenti della Liturgia

E’ indubitabile che sui rapporti fra Bibbia e Liturgia la teologia liturgica ha compiuto notevoli progressi negli ultimi decenni. Tuttavia, come in tanti altri ambiti della vita, le conquiste di una generazione debbono essere custodite preziosamente, pena il rischio di smarrirle e dover ricominciare poi da capo. Così una ricorrenza non è solo occasione di gratitudine e di giusto ossequio, ma pare altresì utilissima per non perdere intuizioni decisive e fondamentali.
Il monaco e poi vescovo Mariano Magrassi fu uno dei più importanti divulgatori dei principi e delle ricchezze teologiche alla base del rinnovamento liturgico. L’ultimo numero della rivista Liturgia (CAL) ci offre la possibilità di apprezzare una volta di più la sua opera. Di quell’articolo riportiamo un brano, assai appropriato al contesto tematico del nostro blog:

La celebrazione attraverso la lettura biblica, l’ascolto dei racconti degli eventi salvifici, diventa memoriale, ossia la continuata azione del Verbo nelle anime, giacché il Cristo vive nella Chiesa mediante la fede e mediante i misteri:
“Nella liturgia il libro sacro continua ad essere la Parola creatrice di Dio. L’ha detto magnificamente un medioevale, Pascasio Radberto: ‘C’è anche qualcosa di sacramentale nelle divine scritture, ove lo Spirito Santo realizza un effetto interiore per mezzo dell’azione efficace della Parola’. Non è una Parola di ieri, ma Parola di oggi. Anche l’ergon avrà dunque col logos la sua attualità nella liturgia. Cesserebbe di essere la parola di Dio se non compisse per forza sua propria quello che annunzia. Dunque non racconta quello che è avvenuto una volta, ma annunzia quello che vuole ora operare. E’ nell’hodie liturgico che si traduce in realtà. Tutto questo lo esprime molto bene la Messa con la sua struttura: alla Parola succede l’azione, ed è la Parola stessa che la compie […]. I Padri hanno designato la dimensione tipologica della Scrittura col termine di mysterion o sacramentum, ad indicare quella realtà profonda (mistero di Cristo e della Chiesa) che gli eventi della storia sacra contenevano ed adombravano misteriosamente. Ora questi Sacramenti della Scrittura sono stati assunti e incorporati nei Sacramenti della Chiesa. Il simbolismo sacramentale è infatti un simbolismo biblico, fondato sui grandi temi tipologici. E qui si tratta di simboli efficaci: Sacramenta id efficiunt quod significant. Si intravede qui il vincolo che intercorre tra i Sacramenti della Bibbia e i Sacramenti della liturgia. E si intravede pure che è la liturgia che traduce in atto i ‘Sacramenti’ della Bibbia. Gli eventi salvifici della storia sacra, proclamati nella lettura e poi adombrati dal segno sacramentale, sono attuati e resi presenti eminentiori modo, in un modo che potremmo chiamare modus plenior, corrispondente al sensu plenior che la tipologia cha colto in quegli eventi. Il rito di oggi è l’avvenimento di allora che trova la sua perfetta e definitiva attuazione. Quello che prima era figura, ora è sacramento. E’ nella liturgia della Chiesa che la S. Scrittura trova ad un tempo il suo senso ultimo e il suo adempimento supremo. Si può ripetere in ogni adunanza liturgica quel che disse Gesù nella sinagoga di Nazaret: ‘Hodie impleta est haec Scriptura’ (Lc 4,21) […]. Allora i fatti biblici non sono semplice rievocazione, ma si rendono presenti come realtà che si compie […]. Attraverso l’esegesi tipologica della liturgia, la Bibbia ritrova la sua vitalità e la sua attualità. Cessa di essere una semplice storia del passato per diventare la mia storia: perché è un mistero vivente nella cui corrente dinamica sono immesso».
P. Zecchini, «Mariano Magrassi: una luce mistagogica. A dieci anni dalla morte», Liturgia (CAL) 47 (2014/3) 43-44. La citazione è tratta da M. Magrassi, Vivere la Parola, Noci 1979, 44-47.

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