L. Bouyer. Memorie tutte da leggere e da gustare. Ma con attenzione.

Senza dubbio, sarà molto interessante e utile leggere e studiare le Memorie di p. Louis Bouyer, recentemente pubblicate in Francia (Cf. http://www.editionsducerf.fr/html/fiche/fichelivre.asp?n_liv_cerf=10038). Un lettore del blog ci ha già segnalato l’eco di alcuni passaggi di tale pubblicazione, sottolineati dal giornalista S. Magister sul suo sito web (https://sacramentumfuturi.wordpress.com/2014/09/12/il-nuovo-rito-della-penitenza-paolo-vi-critico-dalla-carte-del-card-antonelli-unannotazione-da-approfondire/#comments)
Che dire a proposito? Innanzitutto ogni occasione di studio e approfondimento è sempre propizia e stimolante. E se nuova luce può essere apportata è davvero cosa utile e positiva. Occorre anche, del resto, non dimenticare che si tratta di memorie personali, che vanno lette criticamente, incrociandole con altri studi e, soprattutto, con la documentazione relativa.
L. Bouyer è sicuramente un’autorità: per questo fu cooptato nel lavoro di riforma del Consilium. Ma è pur sempre soggetto, come ciascuno di noi, a tentazioni di polemiche, valutazioni personali e, talora, di risentimenti.
Siamo grati alle Edizioni Du Cerf per averci dato la possibilità di accedere ai testi inediti delle memorie del grande Bouyer, e siamo sicuri che la lettura sarà interessante e arricchente. Non siamo esentati, tuttavia, dall’attenzione necessaria per non cadere in partigianerie non del tutto oggettive.

Non è in discussione la buona fede o la retta intenzione, ma per avvicinarci quanto più possibile alla verità e alla scientificità oggettiva, si deve pur considerare la parziale limitatezza di ogni ricostruzione, specie quando in essa sono coinvolte le storie personali.

Un esempio. Fortunatamente il saggio principale sulla riforma liturgica, lo studio di Bugnini (1), non è rimasto unico ed isolato. Oltre a tanti studi più settoriali con cui può essere integrato e confrontato, esso può essere completato anche da un’opera altrettanto ampia e generale, come la ricerca di N. Giampietro sull’operato dell’Antonelli (2). Da alcuni quest’ultimo saggio è stato salutato come il necessario e provvidenziale contraltare ad una visione troppo positiva e idilliaca della riforma liturgica, interessatamente e assai personalmente – dicono – proposta dal Bugnini. Non manca chi, del resto, fa notare che pure la lettura dello studio sulle carte dell’Antonelli non possa prescindere da considerazioni legate alle vicende delle persone coinvolte. A proposito di quest’ultimo studio, Gy commenta:

Everybody knew how disappointed Antonelli was that John XXIII had not made him, as head of the previous Commission (3), responsible for the Council’s work on the liturgical reform. […] I’m afraid that the recent dissertation written on the private papers of Cardinal Antonelli does not pay sufficient attention to this disappointment. But future historians should be aware of it when judging the liturgical reform of Vatican II.

P. M. GY, The Reception of Vatican II Liturgical Reforms in the Life of the Church, Milwaukee (WI) 2003, 14-15.

[Tutti sapevano come era deluso Antonelli, per il fatto che Giovanni XXIII non avesse costituito lui, in quanto capo della precedente Commissione, come responsabile dei lavori conciliari sulla riforma liturgica… Mi rincresce che la recente dissertazione scritta sulle carte private del Cardinale Antonelli non abbia prestato sufficiente attenzione a questa delusione. Ma i futuri storici dovrebbero di ciò essere coscienti, nel valutare la riforma liturgica del Vaticano II.]

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(1) A. BUGNINI, La riforma liturgica (1948-1975), (Bibliotheca «Ephemerides Liturgicae» «Subsidia» 30), Roma 1997.
(2) N. GIAMPIETRO, Il Card. Ferdinando Antonelli e gli sviluppi della riforma liturgica dal 1948 al 1970, (Studia Anselmiana 121 – Analecta Liturgica 21), Roma 1998.
(3) Gy si riferisce qui alla cosiddetta Commissione Piana, un gruppo di esperti interno alla sezione storica della Congregazione dei Riti, costituita da Pio XII il 28 maggio 1948 al fine di preparare un prospetto generale di riforma liturgica. Le adunanze e i lavori di tale Commissione erano guidati e coordinati dall’Antonelli. La Commissione Piana cedette il campo alla Commissione liturgica preparatoria, istituita nel 1960.

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