Quando si stava preparando il post precedente, sul tema del buon ladrone nella liturgia pasquale, non si era prestata attenzione alle antifone della Liturgia delle Ore. Così, quando ieri mattina (venerdì 23 maggio) si sono pregati i salmi delle Lodi Mattutine, la liturgia ha ancora una volta confermato la sua sorprendente ricchezza. Come ogni venerdì, come primo salmo, si doveva pregare il Miserere. Ma in questa prima settimana del ciclo quadrisettimanale del salterio adattato al tempo di Pasqua, il salmo 50 è accompagnato da un’antifona eccezionale, costituita da una citazione esplicita della frase del buon ladrone. Un tale rimando aiuta la contestualizzazione del salmo nella concreta celebrazione, e favorisce il senso spirituale con cui si prega quel salmo. Avendo ben presente l’episodio del buon ladrone e la ricchezza dell’interpretazione patristica a riguardo, si può essere introdotti nella preghiera del salmo 50 in un modo davvero particolare e proprio.
Ma anche nelle altre settimane del tempo pasquale il medesimo testo pregato nelle lodi dei venerdì assume un particolare tono.
Ecco le antifone proprie del tempo di Pasqua che accompagnano il ciclo quadrisettimanale.
I Sett., Ant.: Ricordati di me, Signore mio Dio, quando sarai nel tuo regno, alleluia [Memento mei, Domine Deus, dum veneris in regnum tuum, alleluia]: cf. Lc 23,42
II Sett., Ant.: Coraggio, figlio, i tuoi peccati sono perdonati, alleluia [Confide, fili, remittuntur tibi peccata tua, alleluia]: cf. Mt 9,2 [la guarigione del paralitico]
III Sett., Ant: Purificami ancora, o Dio, da ogni mia colpa, alleluia [Amplius lava me, Domine, ab iniustitia mea, alleluia]: cf. Sal 50(51),4a
IV Sett., Ant: Per noi Cristo ha dato la sua vita, sacrificio gradito a Dio, alleluia [Christus se tradidit pro nobis oblationem et hostiam De, alleluia]: cf. Ef 5,2 [parenesi di Paolo sulla vita nuova in Cristo].
Non è sempre facile, è vero, aver presente la molteplicità dei rimandi e dei possibili intrecci, dal libro liturgico solamente accennati, né, del resto, si può appesantire eccessivamente la preghiera e la meditazione con richiami testuali al di fuori della struttura schematica della celebrazione delle Ore. Rimane però assai utile mantenere il principio e una certa familiarità con la Bibbia e con la Liturgia: in essa, infatti, la Scrittura si illumina con altra Scrittura, e quest’ultima riceve nuova luce dalla celebrazione liturgica (gesti, testi e contesti): si viene così formando un ordito preziosissimo e raffinato, tutto da svelare e da gustare. E che non cessa di sorprendere.