Paolo VI, Bugnini e il Consilium, un dettaglio esemplare ed eloquente al di là di facili pregiudizi (2): un documento inedito

Avevamo già accennato alla questione del segno della croce all’inizio della Messa, se si vuole di secondo piano ma pur sempre significativa, rivelatrice dell’attenzione con cui il Papa Paolo VI seguì l’attuazione della riforma liturgica, terminato il Concilio Vaticano II.https://sacramentumfuturi.wordpress.com/2014/02/13/paolo-vi-bugnini-e-il-consilium-un-dettaglio-esemplare-ed-eloquente-al-di-la-di-facili-pregiudizi/
Di questa problematica possiamo ora documentare più direttamente uno di quei passaggi, grazie ad un documento interno del Consilium (un fascicolo dattiloscritto di comunicazioni, titolato Res Secretariae, antenato di quella che diventerà la rivista ufficiale della Congregazione per il Culto divino Notitiae). Il fascicolo, di tre pagine, redatto dalla Segreteria del Consilium, presenta lo status quaestionis preparato per l’adunanza XI (8-17 ottobre 1968).
Della prima pagina ne alleghiamo il file in pdf, dopo averne offerto una nostra traduzione in italiano.

9 ottobre 1968

Res Secretariae, n. 34

SU ALCUNE ANNOTAZIONI DEL SOMMO PONTEFICE
RIGUARDO L’ORDO MISSAE

Dopo la discussione avuta nella Sessione del mese di Aprile 1968, l’Ordo Missae è stato presentato al Sommo Pontefice con i suggerimenti e le proposte fatte dal “Consilium”, relative alle osservazioni che lo stesso Sommo Pontefice aveva espresso dopo il Sinodo. Il Sommo Pontefice, tuttavia, volle che l’Ordo Missae fosse inviato ai Prefetti delle Congregazioni Romane come pure alla Segreteria della Curia, per chiedere il loro parere. Le risposte quindi ricevute furono fatte conoscere al Sommo Pontefice il giorno 24 luglio 1968.
Il giorno 22 settembre il medesimo Sommo Pontefice trasmise di nuovo alcune osservazioni al “Consilium”, con queste annotazioni: “Si prega di tener conto, con libero e ponderato giudizio, di queste osservazioni”.
E’ da notare che intorno a queste questioni il “Consilium” aveva discusso non solo in una occasione. Sulle singole questioni quindi proponiamo un breve status quaestionis, per rendere il nuovo esame più facile e spedito.

1. Sul segno della croce all’inizio della Messa.
Il testo dell’Ordo Missae approvato dal Consilium recitava così: “Giunto all’altare, fatta con i ministri la debita riverenza, (il sacerdote) si segna con il segno della croce senza dire nulla, quindi venera l’altare con un bacio o un altro segno stabilito dalla Conferenza Episcopale e, secondo l’opportunità, lo incensa. Quindi si reca alla sede”.
Come è noto, il Sommo Pontefice aveva chiesto che il segno della croce si facesse con le parole pronunciate ad alta voce, e con la risposta del popolo. Il “Consilium” ha manifestato diversamente la sua opinione, sostenuta da ragioni che al Sommo Pontefice sono state esposte con le parole della stessa relazione preparata dal Relatore (del gruppo di studio) De ordine Missae, dopo tutta quanta la discussione nella Commissione speciale e nella Sessione plenaria. Avevano aderito al parere 19 Padri, essendo contrari 3, essendosi astenuti 3.
La Segreteria aveva proposto al Sommo Pontefice, su questo punto, che le parole che accompagnano il segno della croce dovessero essere obbligatorie solamente nelle Messe nelle quali capitasse che i canti di ingresso potessero essere omessi, secondo le motivazioni allegate dal “Consilium”.
Ma ora il Sommo Pontefice, di nuovo, annota: “E’ opportuno che la formula ‘In nomine Patris’ sia detta ad alta voce dal sacerdote, con risposta del popolo”.

Res Secretariae, n. 34,

 

 

2 pensieri su “Paolo VI, Bugnini e il Consilium, un dettaglio esemplare ed eloquente al di là di facili pregiudizi (2): un documento inedito

  1. Per dirla con una battuta, chi l’ha detto che la Chiesa non sa anticipare i tempi? Ha inventato la “delocalizzazione”. Ma, purtroppo, con gli annessi e connessi negativi.

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