Giovanni XXIII e la futura Sacrosanctum Concilium, una decisione “marginale” ma decisiva

Nei cruciali momenti della preparazione del Concilio Vaticano II, pare significativo un dettaglio attribuibile senz’altro alla volontà dell’ormai santo Papa Giovanni XXIII. Il 17 maggio 1959 venne resa nota l’istituzione di una Commissione Antipreparatoria, con l’incarico “di prendere gli opportuni contatti con l’Episcopato Cattolico delle varie Nazioni per averne consigli e suggerimenti; raccogliere le proposte formulate dai Sacri Dicasteri della Curia Romana; tracciare le linee generali degli argomenti da trattare nel Concilio, uditi anche i pareri delle facoltà teologiche e canoniche delle università cattoliche; suggerire la composizione dei diversi Organi (Commissioni, Segretariati, ecc.), i quali dovranno curare la preparazione prossima dei lavori, che il Concilio sarà chiamato a svolgere” (1). Il presidente di tale Commissione Centrale Antipreparatoria, il card. Tardini, già nell’adunanza del 26 maggio, presentò un progetto di questionario da inviare ad ogni vescovo. La bozza era articolata in 5 sezioni, con due articoli direttamente concernenti la liturgia:

Schema questionum exc.mis Episcopis ponendarum pro futuro Concilio Oecumenico
I) De veritate sancte custodienda
II) De sanctitate et apostolatu clericorum et fidelium
a) De clericis
[…]
4. De sacra liturgia fovenda. (sull’incremento della sacra liturgia)
5. Qua opportuniore ratione fideles ad participandum cultum liturgicum invitari queant. Quidam hodie serpentes et ideo oppugnandi hac in materia errores. (con quale ragione più opportuna possano essere invitati i fedeli a partecipare al culto liturgico. Alcuni errori che oggi si insinuano, e perciò devono essere combattuti, in questa materia)
[…]
III) De ecclesiastica disciplina
IV) De scholis.
V) De Ecclesiae unitate. (2)

Il Papa non gradì questa impostazione e prevalse la decisione coraggiosa di non incanalare gli orientamenti dei pastori in schematizzazione precostituite a tavolino. Pertanto il 18 giugno 1959 venne inviata ai Vescovi e ai Superiori religiosi una lettera in cui si chiedeva loro di esporre “omni cum libertate et sinceritate, animadversiones, consilia et vota, quae pastoralis sollicitudo zelusque animarum Excellentiae Tuae suggerant circa res et argomenta quae in futuro Concilio tractari poterunt (con ogni libertà e sincerità, proposte, consigli e desideri, che la sollecitudine pastorale e lo zelo delle anime suggerisco alla Tua Eccellenza, intorno a questioni ed argomenti che potranno essere trattati nel futuro Concilio)” (3).
Questi suggerimenti e vota, man mano che pervenivano alla Commissione, erano riassunti ed espressi in forma di diverse propositiones, raccolte poi in uno schema organico e sintetico, l’Analyticus conspectus consiliorum et votorum quae ab Episcopis e Praelatis data sunt, in due tomi, dal quale le varie Commissioni preparatorie attinsero spunti e riflessioni per la redazione degli schemi preparatori. Padre C. Braga ha valutato la consistenza delle propositiones legate a questioni liturgiche in una percentuale del 20 % (4): sembra dunque che la liturgia occupasse uno spazio considerevole nelle riflessioni dei vescovi, lungi dall’essere oggetto di speculazioni di specialisti e di esteti cultori di archeologia.
Nella documentazione ufficiale, di questo cambio di impostazione rimane una traccia nel verbale dell’adunanza della Commissione Antipreparatoria del 30 giugno 1959, in cui il card. Tardini spiegava ai membri che era stata riformulata la lettera che, nel frattempo, era stata già inviata ai vescovi (5). Si deve alla fede coraggiosa di Giovani XXIII questo maggiore coinvolgimento della “periferia” – come va di moda dire oggi -; la questione liturgica poteva così assurgere all’importante posto che le spettava.
Abbiamo un motivo in più per gioire con tutta la Chiesa per la prossima canonizzazione: Sacrosanctum Concilium ha un santo patrono in più, in Paradiso.

(1) ACTA ET DOCUMENTA CONCILIO OECUMENICO VATICANO II APPARANDO (=AD), SERIES I, Acta Summi Pontificis Ioannis XXIII, Città del Vaticano 1960, 23.
(2) ACTA SYNODALIA, Appendix, Città del Vaticano 1983, 12.
(3) AD, SERIES I, Consilia et Vota Episcoporum et Praelatorum, Pars I, Città del Vaticano 1960, X-XI.
(4) Cf. C. BRAGA, «La “Sacrosanctum Concilium” nei lavori della Commissione Preparatoria», Notitiae 20 (1984) 87-88.
(5) Cf. ACTA SYNODALIA, Appendix, Città del Vaticano 1983, 14-15.

Un pensiero su “Giovanni XXIII e la futura Sacrosanctum Concilium, una decisione “marginale” ma decisiva

  1. Pingback: La fine del catecumenato “sociale” | sacramentumfuturi

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...