Non sembri superflua l’insistenza su questo salmo: si tratta di uno dei salmi che rischiarono di non essere integrati nella nuova ripartizione della Liturgia delle Ore di Paolo VI. E abbiamo visto che non furono i periti del Consilium a fare difficoltà…
Nell’Ufficio delle Letture di oggi, Sabato dopo le ceneri, si è pregata la seconda parte di questo lungo salmo “storico”.
Partendo da un curioso dettaglio, vorremmo poi dire qualcosa di più sensato.
Nella versione italiana del Salterio, fra la prima antifona e il testo del salmo vi sono due incisi, uno in colore rosso e il secondo in nero, ma in carattere corsivo.
Salmo 77,1-39 (venerdì) Infedeltà del popolo e fedeltà di Dio
Salmo 77,40-72 (sabato) Infedeltà del popolo e fedeltà di Dio
Ciò avvenne come esempio per noi (1Cor 10,6) (venerdì e sabato)
Una piccola differenza si nota nella versione latina
Psalmus 77(78),1-39 Domini bonitas et populi infidelitas in historia salutis
Haec figura fuerunt nostrae (1Cor 10,6) [venerdì]
Psalmus 77(78),40-72 Domini bonitas et populi infidelitas in historia salutis
Haec in figura facta sunt nostri (1Cor 10,6) [sabato]
E’ curiosa la differente citazione del passo paolino!
Per quel che riguarda la versione italiana, nel primo inciso è stata omesso, purtroppo, il riferimento alla storia della salvezza, esplicito nel testo latino. La traduzione del passo della prima Lettera ai Corinzi è coerente con il testo della Bibbia della Cei. E’ la traduzione più immediata, ma forse non la migliore. Illuminante è la nota della Bibbia di Gerusalemme, che restituisce all’espressione un significato più pregnante, rispetto al semplice “esempio”.
«10,6 esempio: lett.: «tipi», che Dio ha suscitato per raffigurare anticipatamente le realtà spirituali dell’era messianica («antitipi», 1Pt 3,21, ma cf. Eb 9,24). Benché oltrepassi la chiara coscienza degli autori ispirati, questo senso «tipico» (o «allegorico», Gal 4,24) dei libri sacri non è meno scritturistico, perché voluto da Dio, autore di tutta la Scrittura. Ordinato all’istruzione dei cristiani, è stato spesso evidenziato dagli autori del NT. Paolo lo inculca a più riprese (vv 11 e 9,9ss, Rm 4,23s; 5,14; 15,4; cf. 2Tm 3,16); interi scritti, come il quarto Vangelo o la Lettera agli Ebrei, sono fondati su una tipologia dell’AT».
Sulla tipologia è fondata anche la liturgia.
Dove questo non si comprende, molte cose diventano oscure. Come il fatto che un cristiano debba pregare con una composizione che apparentemente non ha nulla di cristiano né ha la forma di una preghiera. Le obiezioni fatte all’uso di questo salmo, nel corso della fase redazionale della nuova Liturgia delle Ore, trovano qui molte delle sue radici.
Era questo tipo di impressioni che cercavamo di stimolare con il post precedente, https://sacramentumfuturi.wordpress.com/2014/03/07/psalmus-7778-interessante-un-sondaggio/
Buongiorno dott. Felini, volevo solo segnalarle che la citazione dello stesso passo paolino di 1 Cor 10,6 è diversa perchè il venerdì si cita dalla neovulgata mentre il sabato dalla Sisto-Clementina.
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Grazie per la puntuale precisazione.
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