Ecco alcune strofe del Grande Canone di sant’Andrea di Creta, di cui si parlava nel post https://sacramentumfuturi.wordpress.com/2014/02/26/sulla-soglia-della-quaresima-con-adamo-in-viaggio-si-ritorna-in-paradiso/ . Ne riportiamo una parte, lasciando le altre per i prossimi giorni.
Su quale gesto di mia vita darò inizio al pianto? Quali note scriverò a preludio di questo mio lamento? Nella tua misericordia, o Cristo, dei miei peccati dammi il perdono. Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.
Anima mia, col tuo corpo vieni a glorificare il Creatore d’ogni cosa. La saggezza ritrova e a Dio presenta lacrime di pentimento. Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.
I miei progenitori seguii nella loro rivolta, e della grazia divina come Adamo fui spogliato; il Regno persi e la sua gioia senza fine a causa del mio peccato. Misericordia…
Infelice e triste anima mia, perché la prima Eva imitasti? I tuoi stessi cupidi occhi infersero su di te ferite. All’albero tendesti la mano, mangiasti il frutto e assenzio ne gustasti. Misericordia…
Nel profondo del mio essere una nuova Eva ha preso dell’antica il posto, bramosia che di dolcezza s’ammanta e senza sosta l’amaro cibo assapora. Misericordia…
Per un solo comando trasgredito Adamo fu giustamente scacciato dal Paradiso. Che sarà di me che ogni giorno irrido le tue parole di vita? Misericordia…
Le orme di Caino ricalco per libera scelta e assassino diventai dell’anima mia, poiché schiavo di morte vissi nelle mie azioni perverse. Misericordia…
La giustizia non imitai di Abele né doni graditi ti offersi, Gesù, gesti secondo il volere di Dio e il sacrificio di un’integra vita. Misericordia…
Al Creatore dell’universo opere corrotte abbiamo offerto quali nuovi Caini, o misera anima mia, un vile sacrificio, una vana vita, e meritammo giusta condanna. Misericordia…
O mio Creatore, quale vasaio che docile argilla plasma, carne e ossa, alito e vita mi donasti. Signore che mi creasti, mio Giudice e mio Salvatore, a te oggi riconducimi. Misericordia…
Davanti a te le mie colpe grido, o mio Salvatore. Ai colpi del nemico ho prestato il fianco. Le piaghe guarda che i miei pensieri di morte come briganti su strada deserta l’anima mia hanno lacerato e il mio corpo. Misericordia…
Peccai, mio Salvatore, eppure so che l’uomo ami. Per tenero amore tu ci colpisci e con ardore di fiamma brucia la tua misericordia. Le mie lacrime vedi e a me affrettati come il Padre che tra le braccia il figlio dissoluto accoglie. Misericordia…
Fin dalla mia giovinezza i tuoi comandamenti disprezzai, o mio Salvatore, e i giorni di mia vita dipanai tra passioni e dissoluta incoscienza. A te il mio grido innalzo: salvami, prima che morte giunga. Misericordia…
Sulla soglia della tua casa giaccio, o mio Salvatore. Anche se vento di deserto sono non gettarmi nell’inferno al termine dei miei giorni, ma prima che morte mi ghermisca i miei peccati perdona, o amico degli uomini. Misericordia…
Le ricchezze dell’anima mia nel vuoto senza fondo dissipai. Frutti di buon volere non posseggo e la fame mi attorciglia le viscere. Io grido: Vieni, Padre di tenerezza e nella tua misericordia abbracciami. Misericordia…
Sono io il misero che i ladri assalirono e ladri sono i miei pensieri che mi colpiscono e feriscono. Ma chinati su di me, Cristo Salvatore, e guariscimi. Misericordia…
Mi scorse il sacerdote e da me gli occhi distolse. nudo e dolorante mi vide il levita e affrettò oltre il passo. Ma tu, Gesù, da Maria nato, accanto a me ti arresti e il soccorso mi presti. Misericordia…
Agnello di Dio che del peccato del mondo ti carichi il greve peso del mio peccato togli dalle mie spalle e nel tuo grande amore avvolgimi nel tuo perdono. Misericordia…
Ai tuoi piedi mi getto, Gesù, contro il tuo amore ho peccato. Liberami da questo troppo greve peso e nella tua misericordia accoglimi. Misericordia…
Contro di me non intentare processi, non svelare le mie azioni né moventi soppesa e desideri. Ma nella tua misericordia, Onnipotente, gli occhi distogli dai miei peccati e salvami. Misericordia…
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La tempesta delle passioni m’assale. Tendimi la mano, Signore, come un giorno a Pietro sulle onde. Misericordia…
La tunica della mia carne gettai nel fango e la tua immagine e somiglianza imbrattai, mio Salvatore. Misericordia…
A brandelli feci la mia tunica di bellezza dal mio stesso creatore tessuta e ora nudo mi ritrovo. Con sfilacciati stracci la volli sostituire, opera del serpente seduttore, e ora di vergogna sono ricoperto. Misericordia…
Pure io le lacrime della prostituta, o Compassionevole, ti offro. Nella tua misericordia perdonami, tu che salvi. Misericordia…
Mi sedusse la bellezza dell’albero, che la mia mente ottenebrò. Ora nudo sono e di vergogna
Profondi solchi hanno sul mio dorso tracciato le forze del male, dilaniato coi loro artigli d’iniquità. Misericordia…
M’ha il peccato rivestito di tuniche di pelle. Dopo avermi di dosso strappato la tunica tessuta da Dio. Misericordia…
L’abito della vergogna indosso, le foglie di fico a segno d’essermi ridotto schiavo delle passioni. Misericordia…
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Le passioni in me travolsero la bellezza della primitiva immagine. Ma tu la dramma perduta cerchi e ritrovi, o mio Salvatore. Misericordia…
Come la prostituta grido a te: ho peccato, contro te solo ho peccato. Le mie lacrime accogli, mio Salvatore, come il profumo accettasti della peccatrice. Misericordia…
“Perdonami” a te grido come il pubblicano. Perdonami, Salvatore, poiché tra i figli di Adamo come me nessuno ha peccato. Misericordia…
Sono caduto come David e di fango mi sono impiastrato. Ma come lavacro gli furono le sue lacrime così lavami, o mio Signore. Misericordia…
Lacrime non posseggo, né pentimento, né spirituale dolcezza. Ma alla tua creatura fanne grazia, mio Dio e Salvatore. Misericordia…
Bellezza dell’inizio ho perduto e nobiltà. Nudo sono e ricoperto di vergogna. Misericordia…
Non chiudermi la porta, Signore, al mio pentimento aprila. Misericordia…
Al mio spirito gemente presta ascolto e al mio cuore che languisce; accogli le mie lacrime e salvami, mio Salvatore. Misericordia…
L’uomo ami e salvezza di tutti tu vuoi. Nella tua bontà chiamami, nella tua bontà accoglimi, delle mie colpe mi pento. Misericordia…
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Guardate, guardate che io sono Dio; ascolta la voce del Signore, anima mia, esci dalla tua radicata iniquità e temi il tuo Dio che è pronto a giudicarti. Misericordia…
A chi somigli, anima smarrita? Fattezze di Caino, il primo assassino, e di Lamech tu porti; si sfalda il corpo e lo spirito agonizza nella fornace del peccato. Misericordia…
L’esempio dei giusti di fronte alla legge ignorasti, anima mia. Non Set, non Enos, non Enoch il rapito in cielo, imitasti, né il santo patriarca Noè. E come vissero questi giusti tu ignori. Misericordia…
Tu solo il diluvio dell’ira hai scatenato, anima mia. La tua carne sommersero le tue opere inique come sommersa fu un tempo la terra, E tu esclusa ti ritrovi dall’arca della salvezza. Misericordia…
Per la mia ferita un uomo ho ucciso e un giovinetto per le mie piaghe, confessava Lamech in pianto. Ma tu non tremi, anima mia, per avere carne e spirito imbrattato. Misericordia…
Oh, si, l’assassino Lamech imitai, ciecamente travolto dalle passioni, e quale un uomo il mio spirito uccisi e come un giovinetto la mia anima. Oh, sì, l’assassino Caino imitai uccidendo con la violenza delle passioni il mio fratello corpo. Misericordia…
Una torre hai cercato di innalzare e fortificare con la tua cupidigia, anima mia. Ma sconvolse il tuo progetto il Creatore e distrusse la tua costruzione. Misericordia…
Fece piovere un tempo fuoco su Sodoma il Signore. E tu, anima mia, riarsa di cupidigia, da te stessa appicchi il fuoco che ti divorerà. Misericordia…
Tutto ferite e piaghe io sono. I colpi del nemico anima e corpo hanno trafitto: ferite e mutilazioni inferte dalle mie coscienti passioni. Misericordia…
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Dei contemporanei di Noè l’incoscienza imitai, la loro condanna della mia eredità è parte e il diluvio mi inghiotte. Misericordia…
Il padre suo Cam disprezzò e tu, anima mia, non ti voltasti, non nascondesti la vergogna del tuo prossimo. Misericordia…
Non ti fu eredità la benedizione di Sem, misera anima mia, non ricevesti, come fu per Iafet, abbondante parte nella terra della gioia. Misericordia…
Abramo, come sai, anima mia, abbandonò un giorno il paese dei suoi padri e s’avventurò pellegrino in terra straniera. Pure tu non tardare la tua decisione. Misericordia…
Carran abbandona, terra di peccato, anima mia. Pianta la tua tenda sulla terra che eredità divenne di Abramo, terra irrigata d’immortalità. Misericordia…
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Per la tua schiavitù, anima mia, ad Agar assomigli, l’egiziana, e nuovo Ismaele tu generi Misericordia…
Ismaele, il figlio della schiava, dalla casa paterna fu scacciato come ben sai, anima mia. Mòderati, se stessa sorte vuoi evitare. Misericordia…
Sotto la quercia di Mamre tre angeli Abramo accolse e il frutto ricevette della promessa, egli, già greve di lunghi giorni. Misericordia…
Come Lot, l’incendio fuggi del peccato, anima mia, fuggi Sodoma e Gomorra, il fuoco fuggi del desiderio che l’ordine della creazione sovverte. Misericordia…
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Non voltarti indietro, anima mia, se in statua di sale non vuoi tramutarti come fu per la moglie di Lot. Ti spiri orrore la sorte dei sodomiti; a Zoar, tra le montagne, cerca la tua salvezza. Misericordia…
Convèrtiti e piangi, povera anima mia, prima che il banchetto abbia fine e il Signore le porte chiuda della camera nuziale. Misericordia…
Isacco, tu ben sai, anima mia, il figlio nuovo, l’unico, offerto fu in misterioso sacrificio al Signore. Imita questo fiducioso abbandono. Misericordia…
La scala di Giacobbe contemplasti, anima mia, che la terra lega al cielo. Perché l’ascesa non iniziasti nell’amore di Dio? Misericordia…
Della spirituale ascesa immagine mediante azione e contemplazione è la scala che un tempo il patriarca vide. Rinnòvati, anima mia, se conoscenza ti preme d’azione e di contemplazione. Misericordia…
Per ottenere le sue due spose sopportò il patriarca il calore del giorno e il freddo notturno. Lavorava, serviva e moltiplicava con astuzia i suoi greggi sempre più. Misericordia…
Simbolo dell’azione e della contemplazione racchiudevano quelle due spose: Lia, la feconda azione; la difficile conoscenza, Rachele. Oh sì, non senza grandi pene, anima mia a te vengono azione e contemplazione. Misericordia…
Svégliati, anima mia, e lotta come il patriarca Giacobbe, per congiungere ascesi e conoscenza fino a che Dio vedrai in luminosa tenebra: questa è l’inestimabile perla. Misericordia…
Generando i dodici patriarchi ti suggerisce Giacobbe nel mistero la scala dell’ascesi spirituale, anima mia: dodici figli quali dodici gradini per scalare la sapienza. Misericordia…
Lo spregevole Esaù imitasti, anima mia, della tua prima bellezza vendesti al Mentitore il diritto di primogenito, e dalla benedizione paterna decadesti. È tempo ormai per te di penitenza. Misericordia…
Per le sue passioni divoratrici Edom fu chiamato Esaù. Il fuoco del desiderio, dalla cupidigia alimentato, il nome di Edom gli impose, significante la bruciante illusione di un’anima incantata dal peccato. Misericordia…