“Historia de la salvacion en acto…”: un contributo dalla Spagna.

Con il gentile consenso dell’autore, offriamo una nostra traduzione italiana di un paragrafo tratto dall’articolo di Félix Maria Arocena Solano , apparso sulla rivista spagnola Phase 53(2013) 483-493. In un numero della rivista dedicato alla commemorazione dei 50 anni della Costituzione conciliare sulla liturgia, nel suo contributo l’autore descrive i sei altiora principia contenuti in Sacrosanctum Concilium e che costituiscono le basi di una teologia liturgica. Essi sono: il mistero pasquale come centro della celebrazione liturgica, la manifestazione della storia della salvezza nella liturgia, riti e parole come elementi costitutivi del culto, l’importanza della Parola di Dio nella celebrazione, le caratteristiche dell’assemblea liturgica e la dimensione escatologica della liturgia.

Per la chiarezza dell’esposizione e per l’affinità con lo spirito di questo blog, particolarmente interessante è il paragrafo secondo. Tutto l’articolo sarebbe da ritenere, ma non possiamo riprodurlo nella sua integralità.

2. Storia della salvezza in atto. La Costituzione, per descrivere la natura della liturgia, non è partita dalla nozione di culto, come era consuetudine farsi comunemente e come lo aveva fatto lo stesso Pio XII nella Mediator Dei. La Sacrosanctum Concilium fissò il suo punto di partenza nella nozione di historia salutis. Autori come L Beauduin (†1960), O. Casel (†1948), R. Guardini (†1968) e C. Vagaggini (†1999) già avevano messo in relazione la liturgia con la storia della salvezza. Il Concilio lo fece con decisione, come risulta dalla lettura congiunta dei paragrafi 5 e 6 della Sacrosanctum Concilium. Dopo aver descritto la storia della salvezza, centrata nel mistero pasquale, fa una presentazione della liturgia come attualizzazione sacramentale di questa stessa storia. Esiste, quindi, un nesso logico fra questi 2 paragrafi: la storia della salvezza, descritta nel primo, è il contenuto attuale della liturgia. La liturgia, conseguentemente, è parte della storia della salvezza; è una parte essenziale dell’opera della redenzione; è un momento della storia della salvezza; la liturgia è storia della salvezza in atto.

Secondo questa prospettiva, la liturgia non è solo e primariamente il culto che l’uomo tributa a Dio; giacché, in questo caso, sarebbe solamente un’azione umana, esercizio della virtù di religione. La liturgia è principalmente azione di Dio, azione salvifica e divina, sulla linea di quelle “opere prodigiose” che Dio ha compiuto lungo il tempo delle promesse e che culminarono nel mistero pasquale di suo Figlio. Si è passati da una nozione razionale – statica ed essenziali sta – ad una concezione storica e dinamica della liturgia. Così, la liturgia, come evento salvifico, presenta la medesima configurazione che possiedono tutti gli avvenimenti della historia salutis: proposta di salvezza da parte di Dio e accettazione da parte degli uomini. Questa focalizzazione della liturgia permette inoltre di scoprire in essa un doppio versante: discendente (catabatico), di santificazione dell’uomo da parte di Dio, e ascendente (anabatico), di lode di Dio da parte dell’uomo. Questa bipolarità è essenziale agli eventi di salvezza e, pertanto, anche alla liturgia.

Inoltre, non dobbiamo dimenticare che la salvezza avviene in modo sacramentale. In effetti, nella storia della salvezza, in ciascuna delle sue tappe, “tutto quanto accade, accade in forma di sacramento” (Origene, Omelie sulla Genesi 9,1: in sacramentum fiunt omnia quae fiunt). Questo recupero della sacra mentalità della storia della salvezza rappresenta un punto importante verso la teologia della liturgia. Tutte le realtà relative all’economia della salvezza, in tutte le sue fasi storiche, presentano questa struttura simbolico-sacramentale, e quando osserviamo da questa dimensione, la historia salutis appare come una realtà omogenea. Percepire questa natura sacramentale della storia della salvezza è un passo decisivo per una profonda comprensione di ciò che sono i sacramenti della Chiesa: ecco come l’ambito rituale si integra in modo organico nel fondamento stesso della divina rivelazione e della fede. (486-487)

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