E’ ormai nota l’espressione che Papa Francesco ha scelto per il suo stemma: «Miserando et eligendo».
http://www.vatican.va/holy_father/francesco/elezione/stemma-papa-francesco_it.html
Nel post precedente abbiamo proposto un legame fra il vangelo della domenica e un particolare della sorprendente storia della penitenza.
Gli agganci forse sono evanescenti e non certamente fondati, ma è uno scherzo della liturgia che parte dell’eucologia di questa domenica faccia riferimento alla penitenza e alla misericordia.
Cf. Oratio Colletta, Dominica XXVI «Per Annum». (Cf. Gelasianum Vetus 1198)
Deus, qui omnipotentiam tuam
parcendo maxime et miserando manifestas,
moltiplica super nos gratiam tuam,
ut, ad tua promissa correntes, caelestium bonorum facias esse consortes.
Per Dominum.
O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua ad effondere su di noi la tua grazia, perché camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per il nostro Signore…
Ant. ad introitum (cf. Dan 3, 31.29.30.43.42)
Omnia, quae fecisti nobis, Domine,
in vero iudicio fecisti, quia peccavimus tibi,
et mandatis tuis non oboedivimus;
sed da gloriam nomini tuo,
et fac nobiscum secundum multitudinem misericordiae tuae.
Signore, tutto ciò che hai fatto ricadere su di noi l’hai fatto con retto giudizio; abbiamo peccato contro di te, non abbiamo dato ascolto ai tuoi precetti; ma ora glorfica il tuo nome e opera con noi secondo la grandezza della tua misericordia.
Non c’è alcun legame stabilito, nel tempo Ordinario, fra eucologia e lezionario, per cui è un caso che a questo vangelo corrispondano queste preghiere, che sarebbero pronunciate anche negli anni A e B del Lezionario. Tuttavia è un fatto, che offre una sfumatura da non escludere, insieme a tanti altri spunti che le pagine scritturistiche possono offrire. E’ vero che c’è una separazione netta fra il mondo del peccato e la santità di Dio (cf. fra l’altro 2Cor 6,14ss), ma nella sua misericordia il Signore dimostra la sua onnipotenza creando una possibilità di ritorno per il peccatore che si converta, nonostante le sue colpe di per sé l’abbiano cacciato nell’abisso della lontananza da Dio.
Questa è la buona notizia del Vangelo: il tempo che ci è dato da vivere è un’occasione per “alzare gli occhi”, riconoscere la possibilità della salvezza, che perdura fino all’ultimo momento della nostra vita terrena. Il buon ladrone insegni.