San Tommaso reloaded

Essendo ancora i primi tempi che uso lo strumento del blog per diffondere quanto penso possa essere utile per la conoscenza e per il “culto”, per la “coltivazione” della scienza e della vita liturgica, mi si permetterà ancora una lunga citazione, per esprimere meglio quello che si vorrebbe fare in questo blog.

Oggi prendo in prestito le parole di Inos Biffi, in un libretto dove ex professo afferma di ispirarsi alle questioni che San Tommaso dedica ai sacramenti. Un autore, Biffi, che, quindi, si pone in una scuola teologica sicura.

“La chiesa non celebra i sacramenti come conseguenza e applicazione di un’argomentazione sulla natura e struttura dell’uomo, sulla sua socialità, sulla sua innata esigenza di religiosità, con la simbolicità che ad essa conviene.

Non lo fa per adeguarsi, sia pure a suo modo, alle forme religiose che appaiono consuete e comuni nella storia dell’umanità, naturalmente portata a esprimere in segni di culto pubblici e sensibili il rapporto con il divino e il trascendente.

Da questo profilo, l’estesa e sottile – e un pò entusiastica – analisi sui segni e sui simboli pertinenti alla struttura dell’uomo, sul senso del sacro e della ritualità, senza pregiudizio alla sua validità nel campo filosofico o anche religioso, non contribuisce per nulla alla comprensione dell’originalità dei sacramenti cristiani. […] I sacramenti la Chiesa li innesta e li radica immediatamente su Gesù Cristo, di là da qualsiasi altra riflessione. Essa li impara e li riceve da lui, che rimane la causa determinante che la spinge e le dà la possibilità di celebrarli. […]

Con l’Eucaristia, tutti i sacramenti, per non essere fraintesi e offuscati, devono essere riferiti e ascritti al Signore e legarsi al suo mistero, che solo li spiega. O, anche, devono essere riportati alla storia della salvezza in cui Cristo si inserisce, e della quale rappresenta il compimento. Il luogo e il tempo di nascita dei sacramenti sono quelli della storia della salvezza, in cui solo si possono comprendere e interpretare.

Essi vi stanno come segni e rivelazione della medesima grazia che sostanzia e conduce la storia sacra. [….]

Così, per intendere i sacramenti, la loro genesi, la loro irriducibile proprietà, la loro causa e motivazione, il loro attuale contenuto e la loro attuale validità occorre risalire al tempo e alla storia in cui essi hanno incominciato a sorgere e a istituirsi come degli interventi salvifici di Dio mediante i segni che ne ricevevano il sigillo ed erano insieme manifestazione della fede di chi, gestendo e imitando quei segni, veniva gratificato e salvato: un tempo giunto in Cristo alla sua pienezza e una storia da lui recata, nel mistero della sua Pasqua, alla perfezione dell’escatologia.

Fuori da tutto questo i sacramenti non sono né possibili né comprensibili”.

Ho ritrovato queste pagine perchè mi risuovano affini a quanto abbiamo citato di Vagaggini nel post precedente: il mistero che è al centro della liturgia, questo mistero la Chiesa non lo inventa, non fa altro che leggerlo nelle Scritture…

Cf. I. Biffi, I sacramenti o i gesti mirabili del crocifisso glorioso, Milano 2007, 23-33.

I sacramenti. O i gesti mirabili del crocifisso glorioso

Un pensiero su “San Tommaso reloaded

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